lunedì 28 febbraio 2011

Il cerchio del Tempo

Se il il dolore fisico più grande è quello di generare,  il dolore mentale più grande è certamente quello di sopravvivere a chi si è generato.

Pensavo in questi giorni che -  se esiste una graduatoria del dolore - c'è un più alto gradino della sofferenza che si può raggiungere: vedere il proprio figlio ammazzato davanti agli occhi, ma non in guerra o per strada, nel proprio tranquillo appartamento di una capitale europea in tempo di pace.

E, ancora più su nella sofferenza, è aspettare in compagnia degli assassini che il  figlio torni in quel tranquillo appartamento,  sapendo che l'attesa finirà con la sua morte.

Carla Zappelli, è accaduto a lei  trentuno anni fa.

Lo strazio e la barbarie di questo comportamento mi hanno stampato nella memoria il suo nome;  il figlio era Valerio Verbano, e quando fu ammazzato era il 1980 e avevamo entrambi una ventina di anni.

Nel corso del tempo e della mia vita successiva altri fatti mi sono sembrati il "punto di non ritorno" della umana barbarie: la strage di Srebenica del 1995 - ottomila morti,  un genocidio.

E,  dopo ancora,  la strage nella scuola di Beslan del 2004,  in cui grazie all'azione degli insorti ceceni e alla reazione russa centinaia di bambini morirono, dopo un assedio durato giorni.

Che esseri umani (umani?) possano concepire e realizzare azioni simili mi ha sempre fatto pensare che  non solo l'orrore non ha fine, ma pure che noialtri umani, che barbari non siamo e non saremo mai, mai più potremo essere come prima.

In questi giorni però è la barbarie "domestica" e tutta italiana che mi è tornata alla mente, e davvero il tempo sembra essere circolare, cristallizzato su quel divano in cui un ventenne come te chiedeva aiuto alla madre, che era lì con lui e non poteva darglielo.

Hanno trovato -  dopo trentuno anni  secondo i misteriosi percorsi dei tribunali - tracce inesplorate, che con metodi nuovi potranno portare a colpevoli, pare certi ....nuove certezze di cui non si capisce bene se basate anche su nuove delazioni  o nuovi magistrati  o nuove curiosità di magistrati vecchi.

Di eterno, uguale a se stessa, è questa madre, invecchiata ma uguale,e stupisce che possa essere viva, non annichilita, annullata, morta anche lei.

Carla Zappelli ha una voce sicura, un atteggiamento fermo e pacato.
Ripete il suo terribile racconto: dell'attesa di quelle ore di trentuno anni fa, di quando aspettava che il figlio tornasse a casa per morire, e di questi trentuno lunghissimi anni, dell'attesa incrollabile che qualcosa sarebbe accaduto, che nessuno di noi avrebbe dimenticato.

Intanto, dialoga con tutti quelli che vogliono rivolgerle un pensiero, un saluto, attraverso facebook, attraverso il suo blog (http://www.valerioverbano.it/) ; partecipa a inaugurazioni di circoli che portano il nome del figlio, a manifestazioni, a presentazioni di libri che ne parlano, ancora e ancora, e lei pure ha un pensiero, un saluto, un'attenzione precisa per tutti .

Sembra davvero che il tempo per lei non sia trascorso,e non perchè persa nel passato, ma perchè proiettata nel futuro.

E' diventata così  la tenacissima guardiana della memoria, della speranza, e del tempo, che davvero appare adesso come un enorme cerchio.

lunedì 14 febbraio 2011

In margine alla manifestazione di ieri (1, 2 e pure 3)

Prima riga del margine: "Chissà se le tante donne intelligenti  e libere che hanno trovato mille ragioni per disertare una manifestazione che non risultava loro sufficientemente femminile o femminista, si sono alla fine commosse nel vedere tante altre donne, più sbrigative e meno sofisticate, gridare insieme, senza divisioni  e distinzioni, il loro bisogno di dignità e cambiamento. Che poi la differenze è anche questa: le donne non berlusconiane sono in grado di scelte differenti, libere di agire secondo i loro principi in contrapposizione con altre anche se le divergenze sono capillari; nessuna delle signore berlusconiane, dai loro scranni di ministre, sottosegretari, rappresentanti di partito, osano esprimere non si dice un dissenso, ma un lievissimo, simpatico dubbio. Loro si,  pare, sono al servizio del maschio padrone"

Riporto parola per parola un pezzo dell'articolo di oggi su "Repubblica" di Natalia Aspesi che riguarda anche me, per rispondere : sì mi sono commossa!
Non ripeterò qui i motivi della mia assenza, che non toccano il "femminile-femminista", perchè ormai mi sono espressa e ogni assenza è "assenza a modo suo ", per parafrasare Madame Bovary. Però sì, almeno io mi sono commossa, eccome!

Seconda riga del margine: è vero, le signore berlusconiane sembrano proprio essere al servizio del maschio padrone. Richiede proprio  un esercizio di pazienza infinita leggere le dichiarazioni della Ministra (absit iniuria verbis!) Gelmini, la spargitrice di sale sulle rovine della Istruzione e dell'Università (la Ricerca la ignora) che ha cianciato di radical - chic spingitrici di manifestanti .....
Il primo istinto sarebbe quello di tirarle due schiaffi (ma come parli?).
Il secondo è quello di sorridere, perché chi spinge le spingitrici....? sembra di stare dentro la parodia di Corrado Guzzanti ( "...cosa spingeva i cavalieri a cercare, etc...? spingitori di cavalieri  e spingitori di spingitori.....").
Solo che Gelmini è vera, non finta come la giornalista Vulvia.

Terza riga del margine: Le donne promettono obiettivi ambiziosi, assicurano che non torneranno indietro, soprattutto che dopo una così straordinaria, spontanea prova di forza, niente, ma proprio niente sarà più come prima.

Ancora Aspesi, la chiusa dell'articolo. E questo pezzo riguarda l'opposizione.
Spero proprio che abbia ragione, ma forse non dovrebbe mancare molto per accorgersene.  

venerdì 11 febbraio 2011

Perché non prima?

Gran fermento sul 13 febbraio, ormai prossimo: fermento in "rete", fra le amiche, le conoscenti e pure le sconosciute: "vai? non vai? domenica, la manifestazione..."
Io covo - mai metafora fu più adatta -  un malumore e un dissenso che provo ad argomentare, anzitutto a me stessa

Hanno recuperato anche il "Se non ora, quando?" di Primo Levi per spingerci a uscire di casa; ci rimproverano, come leggo dalla petizione della manifestazione: " Chi vuole continuare a tacere, sostenere, giustificare, ridurre a vicende private il presente stato di cose, lo faccia assumendosene la pesante responsabilità, anche di fronte alla comunità internazionale. Noi chiediamo a tutte le donne, senza alcuna distinzione, di difendere il valore della loro, della nostra dignità e diciamo agli uomini: se non ora, quando? è il tempo di dimostrare amicizia verso le donne".

Insomma noi, il non bene identificato noi in cui mi inserisco anch'io, forse anche noi che gridavamo 30 anni fa  per strada "nè puttane nè madonne, solo donne" avendo quindi forse superato da 30 anni almeno l'attuale distinzione: "noi che lavoriamo, studiamo, etc...e loro, le  nipoti di Mubarak"...ebbene noi avremmo questa responsabilità  se non andiamo in piazza?

Noi che abbiamo pagato nella nostra vita - vita di relazione, di lavoro, di coppia  - le nostre scelte di indipendenza, di solidarietà, di fiducia in un futuro in cui tutte avremmo lavorato, avremmo avuto compagni alla pari, avremmo avuto figli, magari maschi da educare al rispetto, colleghe da sostenere e da cui essere sostenute, noi che mai abbiamo pensato che questa faticosissima costruzione fosse sufficiente a farci chiudere nel nostro privato?

E poi dovremmo chiedere "amicizia" agli uomini? e perchè, già che ci siamo, non gli chiediamo anche di ridurre gli omicidi contro le donne, di  darci le loro stesse retribuzioni per gli stessi compiti, e magari anche, scendendo molto nella scala delle pretese femminili, di portare fuori il sacchetto della pattumiera?

Quello che voglio dire è che questa politica delle emozioni è benvenuta se accompagnata da un'analisi corretta della realtà e da qualche ipotesi concreta e realistica, e mi trova entusiasticamente d'accordo, altrimenti non ci sto, non ci sarò domenica 13.

La piazza manda un messaggio, è questo il suo ruolo.
Questo  messaggio qual è? L'Italia non è un bordello, è fra quelli più frequenti .
Cioè non lo è ora ? E prima?  (e dopo, e sempre?)

Prima: perchè dovrei, dovremmo (noi) scendere in piazza adesso per i festini privati divenuti  pubblici del Presidente del Consiglio e siamo rimasti a casa sapendo di donne uscite da calendari e trasmissioni televisive semi-porno diventate nostre Ministre? Io mi sento molto più offesa nel vederle scendere da auto blu e proporre leggi che avranno influenza sulla vita di tutti noi, piuttosto che dalla lettura dei racconti di prostitute più o meno ufficiali.

Il comportamento notturno del Presidente del Consiglio ci colpisce  più di quanto ci abbia colpite, umiliate e offese  la quasi trentennale logica dell'osceno delle trasmissioni delle sue tv private? 
Più adesso di quando questa logica è divenuta, da almeno quindici anni, anche governo e potere su tutti noi?

E' evidente che è diventato un gioco di specchi: la sua visione del femminile si proietta nelle sue trasmissioni e le sue trasmissioni si proiettano nei suoi festini; purtroppo se questi ultimi erano privati, le sue tv le guardiamo da anni e ci hanno deformato, stravolto, offeso oltre ogni limite: è per questo che abbiamo taciuto?

Scendiamo in piazza perchè ci rappresenta?
Ma chi rappresenta le donne italiane è Clio Napolitano, una vecchia signora che ha lavorato, ha fatto personalmente politica, ha cresciuto figli, elegante e colta, discreta  e rugosa al naturale.

Per la  dignità del Paese?
E fare le corna, chiamare "kapò'" un deputato straniero, dire che le italiane sono  le più belle segretarie del mondo, fingere di sparare a una giornalista russa (!)  e si potrebbe continuare per pagine intere, sempre in consessi internazionali, esaltavano la dignità italica? Perchè ci siamo ammutoliti in tutti questi lunghi anni?

Adesso e sempre : è il sesso che colpisce? allora ha ragione Albanese con il  suo "pilu"?
....e l'aumento dell'età  pensionabile per le donne? e le dimissioni in bianco firmate dalle donne all'assunzione? e il boicottaggio alla diffusione della pillola RU486?

Volendo poi allargare proprio la visuale e ricordando alla rinfusa: ...: e la barbarie dei bimbi stranieri a cui è negata la mensa? e la "procedura penale ad uso e consumo" del Presidente del Consiglio? e le martellate al sistema di garanzia istituzionale del nostro Paese (Corte Costituzionale, magistratura...)?

Michela Murgia, la brava scrittrice di "Accabadora"  ha, secondo me, dettato l'epigrafe giusta : questo uomo non ci riguarda, non può condizionare le donne che siamo e anche quelle che vorremmo essere...

Ci ha condizionato invece - e molto -  in questi lunghi anni,  non però con le sue squallide fantasie sessuali realizzate nella sua triste corte notturna, ma con le sue terribili fantasie della vita -  economica, sociale, politica - realizzate dalla sua malefica, smisurata corte diurna, amplificate, reificate dalle sue televisioni, le sue pubblicità, i suoi corifei, ovunque  e sempre.

Per questo la manifestazione per me non ha senso e non ci sarò.

Avrà senso - e molto - il dopo-manifestazione.
Anzitutto per i nostri politici di riferimento, così muti nel contrastare, come sarebbe stato loro dovere, questa presunta modernizzazione, così tardivi nel ricordare la necessità di un'etica privata accanto a quella pubblica che invece hanno sempre sostenuto, così timidi nel dire che la libertà non è libertinaggio, che una casa aperta è diversa da un casino, senza timore di apparire codini, bacchettoni, noiosi, senza timore di perdere voti e consensi.

E naturalmente anche per noi, i noi e le noi di cui sopra:  nel lavoro, nelle case, nel recupero della politica quotidiana, della solidarietà, del rispetto e soprattutto della protesta, civile, ma più presente, lontana dalla rassegnazione, dalla  superficialità, dalla ondivaga emotività.

martedì 8 febbraio 2011

La vignetta che avrei voluto scrivere io (5)

Un maiale adulto, abbigliato con un completo maschile classico, incravattato, accarezza la testa del figlioletto maiale, anche lui elegantemente vestito e dice: "Abbiamo ritrovato il coraggio di dirlo forte: porco è bello!"

Questa è di Altan ed è un po' ovunque, essendo la pubblicità di una rivista culturale che giustamente, giustissimamente, l'ha riesumata.
Già, e questo è l'aspetto pù triste: credevate che fosse nata oggi, ieri al massimo? E invece è di un "Linus" del 1981..........l'Italia non era il simpatico "bordello al potere" attuale, mancava un decennio almeno a "ManiPulite", si era in epoca democristian-craxiana, ma i fulgori del craxismo pieno ancora non splendevano .....eppure...il porco di lotta e di governo già c'era.
Evidentemente, c'è sempre; c'è e basta.

La vignetta che avrei voluto scrivere io (4)

Su "Repubblica" di sabato 5 febbraio 2011.
Una proiezione in una sala cinematografica;  si vede il telo e la scritta: "Siamo spiacenti, la proiezione del futuro sarà ripresa il più presto possibile";  firmata Bucchi