Ci sono pomeriggi - e sere, che a questi pomeriggi seguono - in cui gli avvenimenti della propria vita non cambiano, i problemi forse crescono, le stanchezze aumentano.
Eppure, si è allegri.
E non si ha voglia di fare analisi raffinate, del perchè e del percome; e neanche analisi rozze.
Si ha voglia di cantare.
E le canzoni che vengono alla mente sono assurde, scampoli canori di scempiaggini miste: la prima è, chissà perchè, "Son tornate a fiorire le rose/ alla dolce carezza del sol/ le farfalle si inseguon festose...", Sanremo anni Cinquanta; poi "A' tazza e café", quella che fa : ...ohi Briggida/ na' tazza 'e cafè parite/ sotto tenite 'o zucchero/ ma n'coppa amara site/ma tant che aggia girà/ e tant che aggia vutà/ che 'o doce sott'a tazza/ fino 'mmocca m'addà arrivà " ; poi ..."Cambierà, vedrai che cambierà/non so dirti dove e quando/ma vedrai che cambierà..." ,Tenco anni Sessanta .
La mente mescola e il cuore canta.
In un Paese che sempre hellzappoppin è, ma stavolta allegro, si sentono echi di : "é una sberla/è una spallata/è un congedo, non organizzo il mio funerale"...?
Tra immagini di una Milano che sembra Napoli, con il Presidente della Regione Puglia che urla e si agita, come nella notte della taranta, ma su un palco davanti la bela Madunina, e di una Napoli che sembra Milano, senza roghi, senza botti, senza urla, tanto il Masaniello c'è comunque, appena eletto, e sembra lui sì a un funerale, è troppo commosso, dice.
E anche se la dittatura mediatica - che esiste, non è quella di Berlusconi, ma esiste - non ci mostra anche Trieste, anche Cagliari , e tutte le altre città dove pure la tracimazione insperata è avvenuta, ma ci racconta soltanto che la "liberazione" ha investito pure loro, senza farcele vedere, pure ci si accontenta.
Si vorrebbe dilagare anche noi, liberi e liberati, ma ci si accontenta di far parte di questo l'hellzapoppin del caos allegro, e si canta.
martedì 31 maggio 2011
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