giovedì 14 giugno 2012

Sessanta senza mano

Oggi sono trascorsi esattamente sessanta giorni da quando vivo senza l'uso di una mano, e con il mio gusto delle ricorrenze (è un rito, e i riti si rispettano, diceva il Piccolo Principe) voglio ricordarlo qui.
Senza l'uso, la mano l'ho ancora, soprattutto ho tutte le dita.

Non era così scontato,  e nella sarabanda di chirurghi in cui sono stata, tutti rigorosamente del servizio pubblico, qualcuno aveva ipotizzato scenari foschi e certissimi, di perdita di parti... e alla mia angosciata domanda: "...e non ricrescono...?" la risposta: "...ma non siamo mica lucertole!" si è alternata con "...certo, siamo come le lucertole!" 

Così, io sono andata avanti come in un mare scuro, in cui ignoravo quando avrei finalmente potuto scendere a terra, e continuavo a navigare nell'ignoto, sapendo che sarei potuta approdare ovunque, a levante come a ponente; la mia mano pure andava avanti, per conto proprio, con grande lentezza e sempre avvolta da bende,come un neonato dell'800,come un faraone,dolente e irriconoscibile, ma viva e intera.

Uno stupido incidente, certo, ma quale incidente è intelligente e saggio?

Cose che ho imparato :

le mani servono entrambe, anche se a mancare è la mancina. Persino  scrivere al computer è difficile, con la penna sarebbe meglio . Molte cose semplici, vestirsi, mangiare, sono quasi impossibili, alcune impossibili del tutto, come tirarsi su calze e calzini.
La dipendenza dagli altri, se non si vuole vivere in tuta, è totale.   

Il gomito è fondamentale, un vero sostituto,con il gomito si possono fare tantissime cose: accendere il gas, spingere sedie e porte, stringere a sè oggetti da chiudere.
Anche la chiostra dei denti può fungere da presa, ma è molto più rischioso, se si lesionasse lei pure, sarebbe troppo, tutt'assieme.

Per quanto sia difficile appendersi a un sostegno qualsivoglia, in autobus, metropolitana e tram, e per quanto si abbiano bende e facce sofferenti, i maschi di qualunque età, non si alzano MAI; né se provengono da uffici dove sono stati sempre seduti, né se sono valorosi e vigorosi giovani, e nemmeno stranieri ormai integrati...tutti uniti in una espressione vacua, forse naturale.

Invece, questa è la mia esperienza, le donne si alzano SEMPRE, ed è confortante siano di varie età: giovani con piercing e cuffie, di media età con le borse (anche loro tornano dal lavoro) persino anziane e oltre....davvero confortante.

Cose che sapevo e avevo dimenticato

non si sbaglia mai, a sbagliare è sempre qualcun altro, anche nelle diagnosi;

la generosità,'umanità sono diffuse in modo equanime e sbucano e ti accolgono all'improvviso, quando sono più inattese, e prescindono da...quasi tutto; 

l'espressione "dare una mano" è...monca, ce ne vogliono almeno due     
          

mercoledì 6 giugno 2012

Silvia è andata via senza passare dal parrucchiere


Oggi Silvia se n'è andata. Ma non era pronta.

Dopo un periodo passato in ospedale, era uscita, stava meglio, era già a casa da oltre una settimana, e finalmente oggi si era decisa a uscire, a girare nel quartiere per le mille faccende sospese che noi donne sempre abbiamo, ed era passata anche dal parrucchiere per fissare un appuntamento.
Ma non ha fatto in tempo.

Penso che, ovunque sia ora, sarà di certo arrabbiatissima per essere rimasta così, con i capelli non in ordine, qualcosa che macchia la sua eleganza sempre molto particolare...
Silvia sempre curata ed elegantissima, con i suoi scialli etnici colorati, le sue camicie di seta, il suo bel bastone: uno scricciolo vigoroso e bizzoso.

Silvia era colta e aveva avuto una vita piena di cose: era cresciuta in Egitto e all'estero aveva poi vissuto, anche in altri Paesi. Cosmopolita,  colta e benestante, avrebbe potuto intraprendere una carriera da diplomatica, o da viaggiatrice, di cui aveva l'animo; invece, la sua generosità l'aveva spinta ad esplorare la grande avventura di lavorare per gli altri, quelli che hanno meno diritti e meno voce, spesso proprio perchè non hanno studiato, non hanno viaggiato, e non sono benestanti.
Per loro si era battuta, aveva lavorato, scritto sempre.

Da un po' di anni leggeva anche con noi "amiche di lettura e di libri" e aveva già annunciato che ci saremmo riviste il prossimo 2 luglio, ma neanche per questo ha avuto più il tempo.