Torno un paio di settimane fa da uno dei miei abituali viaggi nella mia adorata Londra (questo era quello per vederla all'inizio dell'estate) con una ferita sulla tempia sinistra, procurata - davvero un paradosso! - da me stessa per eccesso di attenzione al traffico (che lì è "a rovescio", non mi abituo mai, anzi debbo evitare ogni volta di morire sotto un amato bus rosso a due piani!)
E' stata, nella mia curiosità inesauribile, tutto sommato un'esperienza di bellissima solidarietà femminile (una giornalista che mi medica e accudisce per strada e poi nella sua redazione; straniere varie in aeroporto..)
Di un'altra cosa sono poi contenta, anzi felice, ed è quello che mi gira e rigira nella testa, da quando sono in Italia, ed è il ricordo di quello che Nonna Annamaria chiedeva,a noi bambine, a me soprattutto,sempre malconcia, sempre arrampicata da qualche parte e sempre ferita: "Hai battuto ne li suonni?"
E lo chiedeva ansiosa, perchè sbattere la testa, la tempia, là dove i sogni nascono, era pericoloso, pericolosissimo: si perdeva l'equilibrio, la memoria, non si sapeva come si sarebbe rimasti...
Sbattere nei sogni è una verità scientifica, un'evidenza medica: è un punto pericoloso della tempia, è un pugno proibito nella boxe...per me è stato un grande piacere ricordarlo, e quest'espressione così bella, così tenera, così fantasiosa e delicata ancora è con me, e mi accompagna.